Ma almeno prima muori!

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foto: Stamattina a Mozzacoda, Crocetta di Mulazzo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Altri settantadue a dire che cosa? Non eri morto, non eri risorto, cosa dovevano dire? Il cuore dell’Annuncio non era ancora all’orizzonte.

Eppure dici che mancano operai. Lo dicevi e lo ripeti.

E noi a trarre indebite conclusioni: mancano preti, volontari, catechisti. Ma non è vero, non manca gente che “dica qualcosa”, i settantadue cosa dicevano? Cosa potevano davvero annunciare o celebrare?

Mancano settantadue, mancano una moltiplicazione infinita di disarmati, donne e uomini che, proprio perché non hanno niente da dire si propongono a corpo nudo, senza difese, presenze che non possono fare male.

Mancano settantadue operai che hanno niente da dire e per questo stanno ad ascoltare.

Mancano settantadue operai che smettono di moltiplicare strategie accattivanti di accoglienza e che, semplicemente, imparino a chiedere il permesso di entrare, in punta di piedi, nelle vite di chi vuole far loro spazio.

Mancano settantadue operai, non è la società ad essere malata.

Mancano una moltiplicazione di operai capaci di chiedere, per favore, se si può togliere il crocifisso dai muri così da poter tornare a farlo camminare tra le strade, negli occhi della gente che semplicemente ama, e che magari in chiesa non riesce proprio a metterci piede perché… si sente poco accolta!

Mancano uomini e donne disarmate, silenziose, miti, che sappiano dire con coraggio che l’unica cosa chiesta dal Vangelo all’uomo, ad ogni uomo, è l’arte dell’Accoglienza.

Manca un respiro leggero, non giudicante, pacificato, libero, gioioso… uno di quelli che ti vien voglia di accogliere quando bussa alla porta.

Manca il desiderio di leggerezza, di camminare nel mondo senza disturbare, senza fare male, portando l’unica cosa che abbiamo: la sicurezza che il Regno dei Cieli è vicino.  Vicino a tutti. E’ dentro il miracolo della carne che, semplicemente, ama.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Angela ha detto:

    Che bello e che respiro di grandezza. Queste parole aprono all’ accoglienza disinteressata. Con una grande umiltà si consegna ad ogni uomo la sua missione essere una parte piccola capace di gioia e di amore

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  2. Maria Franca Fogliani ha detto:

    condivido con don alessandro tutto ciò che esprimi poeticamente. GRAZIE

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