Il paradossale dono della pace (seconda  parte) Seconda domenica di Pasqua 2023

Il paradossale dono della pace (seconda  parte)

(Giovanni 20,19-31)

II domenica di Pasqua 2023

“Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi!”

Così ci siamo messi tutti a cercare dentro di noi, come ciechi, per tentativi, a quattro zampe, come bambini che non sanno camminare, come cani a cercare il proprio padrone, nel buio strisciare nel viscido odore del dramma, nel buio sperare di incrociare solo macerie taglienti, nel buio sperare di cadere in un burrone, nel buio implorare la notte di inghiottirci. Cercavamo solo conferme della nostra desolazione. Inciampare nella pace fu il primo grande scandalo.

 

Sedersi in un luogo pacificato nonostante l’inferno che avevamo intorno fu iniziare a comprendere cosa vuol dire credere e che vera fatica è cedere alla speranza. Sapere che c’è un posto, in mezzo all’inferno, in cui noi possiamo sempre fare esperienza di Lui, vivo. E volerci andare, e saperci restare e iniziare a credere che bere di quella pace non è un’offesa verso il dolore, verso chi è morto senza di noi, stare in quella pace senza i sensi di colpa di chi avrebbe invece preferito morire con Lui, stare in quella pace e avere il coraggio di dire che Lui ci aveva già detto tutto, che quel finale era stato profetizzato, che noi non avevamo voluto capire. Più ancora, raggiungere strisciando nel buio fino a quel punto pacificato, raggiungerlo ogni mattina con la fatica della meditazione, con la cocciutaggine della preghiera, raggiungerlo per imparare a dire “sia fatta la tua volontà, prendi anche me, mi affido alle tue mani”.

 

Chiusi in quella casa, strangolati dalla paura, avevamo raggiunto il nostro Calvario, la pace era dono per i crocifissi alla luce della croce. Capimmo che credere sarebbe stato il destino di chi ormai si era scoperto più discepolo di quello che credeva di essere, capimmo che credere non era altro che lasciarsi crocifiggere al cuore del mondo e sentire che lì, esattamente lì, sgorgava il paradossale dono della pace.

(continua)