
Baciati dal perdono
(Giovanni 20,19-31)
II domenica di Pasqua 2023
Le sue ferite erano le nostre, mentre sprofondavamo nelle sue stimmate improvvisamente aperte sotto i nostri piedi, mentre i segni dei chiodi, come velo di Tempio strappato, squarciavano nuove verità, quelle ferite diventavano per noi taglio femminile e fecondo, stavamo nascendo a noi stessi, con la consapevolezza che essere discepoli è franare nei propri peccati per fare esperienza, proprio lì e non altrove, di una pace ricevuta e sorprendente. Sentire che non siamo chiamati a far altro che mostrare le nostre dolorose ferite abitate da un Amore incomprensibile. Non siamo medici di nessuno, non saremo mai migliori di altri, siamo poveri traditori amati. Di cosa avremmo dovuto aver paura? Che senso aveva stare chiusi in quella casa? Cosa avevamo ormai da perdere, non avevamo già perso tutto, non avevamo già perso l’onore e la faccia e la credibilità? Proprio per questo eravamo diventati credibili. La sua chiesa sarà credibile quando smetterà di voler apparire buona e affidabile, quando smetterà di giurare che farà pulizia dei peccatori e dei mediocri, che una chiesa di puri è esattamente la contraddizione del Vangelo. Siamo solo traditori impauriti, peccatori incalliti, ladri di felicità, prostitute senza onore, lebbrosi schifati dal mondo, scemi che farfugliano verità che i sapienti deridono, siamo impresentabili e inaffidabili, siamo così e siamo amati. Questo possiamo e non altro.
Fu un momento di grande consapevolezza, improbabili e balbettanti, scarto del mondo che conta, sentimmo provenire dal mistero del Cosmo la sistole del cuore di Dio, come il Padre ha mandato me, come prima di voi gli stolti hanno parlato di Lui, come i poveri, come i semplici, come i peccatori che vi hanno preceduto, così anche voi andate per il mondo. Ci sentimmo travolti e sospinti e finimmo a ritrovare la via della luce. E a sentire di aver finalmente trovato il nostro posto: i discepoli che seguivano il maestro e i relitti umani guariti dallo stesso ora erano una cosa sola, eravamo noi, nient’altro che graziati.
Fummo baciati dal perdono, e comprendemmo lo Spirito Santo, un brivido percorse la nostra schiena quando Lui disse che non avrebbero ricevuto perdono le persone che noi non avremmo perdonato. Ma come potevamo pensare di non perdonare chiunque, proprio noi, i più inadatti ad accedere alla misericordia? Come potevamo non giurare che il suo amore fosse totale e gratuito?
Tommaso non era tra noi quel giorno, e giustamente non credette alle nostre parole, non si può credere per sentito dire, non ci convinceranno mai le testimonianze altrui. Serviva che anche lui franasse nel Risorto, a modo suo, perché ognuno di noi entra nel cuore del mistero a modo suo, che la Resurrezione è un itinerario personale e irripetibile. Finalmente anche lui lo chiamò “mio”, mio Signore e mio Dio. Ripensai spesso alle sue parole, mi resero umile, camminai nel mondo ascoltando di come ognuno può riuscire a incontrare il mistero e può farlo camminando per strade che io sentivo lontane e straniere. Mi piaceva ascoltare le storie più impensabili, il Suo agguato era sempre imprevedibile.
“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”, è vero, beati invece quelli che si sentono guardati con amore, beato me quando ho alzato gli occhi e ho visto che piangevi per me, beato me quando a occhi chiusi ti sento vicino come il padre che non ho più, beato me quando smetto di voler vedere e mi guardo con i tuoi occhi di misericordia. beato me quando credo nell’amore, quando credo nella resurrezione, quando credo che tu sei qui, adesso, vivo, con me, perché solo credendoti posso sentire un mondo che canta l’Eterno.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,19-31 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.