
Così, tutto
diventa figlio.
Fin qui spinge
l’amore.
Come ascia nelle vene per ogni corteccia violentata,
negli orecchi aghi, perforante guaito del cane che muore,
spezzarsi d’ossa ogni frattura di ghiacciaio.
E nella carne,
l’uomo.
Ognuno unigenito,
a provare, sempre a provare
a credere
e che solo questo,
a volte, sciolga
l’enigma della condanna
d’essere nati.
Così ti condanni alla nascita anche tu,
perché tutti si svelino figlio,
e salvo sarà
scoprirsi generato
(non basta essere creato).
Legati nello stesso destino,
trafitti degli stessi dolori,
partoriti da annunciazioni incomprensibili
salvati amati e uccisi.
Angeli profeti potere stelle comete e chiodi,
la stessa solenne fanghiglia.
Non basta essere creato,
per essere salvato,
ma, generare
tra bocconi di pane e bicchieri di vino
sotto un Cielo
che
si può credere
grembo, gravido.
(GIOVANNI 3) In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Grazie!! Scoprirsi generato, legati dallo stesso destino nel bene e nel male.
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Bello e vero. Troppo profondo per i più. Lo era già per Nicodemo. Eppure così elementare, nel vero senso della parola.
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GENERARE=far essere volendo bene! Non è di Bobin, ma di Sequeri…
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Così, tutto diventa figlio.
Fin qui spinge l’amore.
Non basta essere creato, per essere salvato, ma generare.
Grazie e buona domenica
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