Tramonto di Pasqua

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foto: Crocetta, adesso

Tramonto di Pasqua

Io questo lo posso cantare, io questo stavo aspettando, il tramonto del giorno di Pasqua. Il sole che scende a dire che la domenica ha ancora fine.

Ringrazio di cuore chi oggi ha portato anche per me il peso di parole enormi, dense, impegnative: Speranza, Gloria, Gioia. Ma anche Resurrezione.

Ringrazio per tutti gli auguri ricevuti, parole care, ricambiate. Parole solide. Ho avuto ancora più bisogno di vento e di vuoto oggi. E di questo sole.  Ho dovuto respirare tanto, e profondo, e muovermi lento, per sostenere il peso della cura.

Mi scuso se riesco a cantarvi solo l’ora del tramonto, ma lo faccio con fede, con una fede totale, radicale, che forse non ho mai avuto, non così.  Adesso canto il Vuoto, giurando che non è assenza.

Ora respiro, e lascio andare, questa la mia fede. Poter dire “non è qui”, poter continuare a dire, anche stasera: “non è qui”, questo è il nome del mio Dio, questo il mio nome.

Sono fortunato, tanto. Mi è stata data una grande opportunità, sedermi in un angolo di mondo che non ha pretese, non ha attese, vive una quarantena naturale, scelta, liturgica e toccante. Non servo a niente qui. Mi vogliono bene. E io attendo e provo ad accogliere. Sussurrando con un sorriso: non è qui.

Non mi sento troppo diverso da un albero. Godo del sole, regalo ombra. Ho bisogno di radici.

Io questo posso cantare, che tramonta il sole anche sul giorno di Pasqua, che il Suo nome è “non è qui”, che è “non trattenermi”, che siamo di passaggio, viviamo di esodo, ed è la sola grazia che conosco.

Mi scuso se vedo nelle chiese vuote di questi giorni il volto più bello di Chiesa, quello che si ritira, quello che poeticamente mostra un Altrove. Non credo durerà per sempre, quanto vorrei che non fosse solo un miracolo subìto. Tollerato a fatica.

Torneremo a riempire, purtroppo.

A me piacerebbe presidiare questo vuoto, perché in questo trovo poesia. In questa parola incartata nel pudore, quella di chi si commuove perché Lui passa, penetra le carni e scivola continuamente Altrove. L’Amore dilata nostalgie.

Io posso cantare solo di questo tramonto, mi spiace.

Questo mi piacerebbe fare, fino al giorno dell’ultimo respiro, anche quando tutto tornerà ad “andare bene”, anche quando ricominceremo, anche quando si riempiranno strade e chiese. Io vorrei continuare a raccontare di questo tramonto.

“Non è qui”, e fare spazio al Vuoto. “Non è qui”, e lasciar andare. “Non è qui”, e aprire spazi di deserto.

“Non è qui”, e far coincidere questo con il mio ultimo respiro. Imparare a morire.