Oggi niente commento al Vangelo del giorno, mentre Dulcinea tenta di fuggire dalla finestra (ma fuori piove!) io lavoro all’incontro del 18 novembre a Romano di Lombardia… eccone un’anteprima.
“Sacro diritto è che ciascuno in ogni comunità si senta chiamato per nome, è uno scandalo essere trattati come un numero, come un soldato obbediente per andare a tappare le falle. Io non sono un volontario Caritas, un catechista, un prete, uno che canta nel coro, io sono Alessandro e se mi chiami per nome, cioè se mi aiuti a guardarmi con compassione e misericordia, se mi fai sentire importante, se riesci a capire cosa posso darti io di specifico, se mi aiuti a comprendere cosa tengo nel cuore, se hai pazienza perché mi stancherò e ti deluderò, se non avrai l’ansia quando in chiesa non mi vedrai, se accetterai di veder morire i seminari e chiudere gli oratori senza incolpare me e la mia generazione, se il tuo compito principale sarà quello di tagliare i nodi che mi impediscono il movimento (come fece Gesù con Lazzaro), se resisterai alla tentazione di diventare il mio carnefice perché io stesso te lo chiederò (ti implorerò spesso di togliermi l’imbarazzo della libertà, ti farò sentire onnipotente), se mi slegherai e mi lascerai andare, se accetterai che da lontano io ti maledica, se sarai come Abramo e resterai, solo, slegandomi dal tuo altare, in quel momento smetterai di chiederti “come posso parlare di Dio”, tu, in quel preciso momento, bello e sconfitto, sarai Lui”.
http://www.moltefedi.it/project/romano-di-lombardia/
Caro Slessandro, Sei ‘toccante’! Grazie, Luciana
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