Sfumano bianche nubi nel conclave del Creato

(preghiera)

Quarta domenica di Pasqua

(preghiera)

Dalla valle sfumano bianche
nubi a tappeto,
nessuno s’offenda
è l’unico generoso conclave degno d’attenzione

le ginestre,
emorragie dell’unico sole
finalmente parlano
stillando oro per l’icona del Creato

così la mia preghiera
si compie in belato
e il cuore torna ad ascoltare
l’unica voce

di linfa a suscitare
primavera dalle piogge,
io ormai ti conosco
e nel mio stare

seppur radicato di paure
d’un tratto
mi sembra che tutto di me
segua in processione

l’infinta elezione
del Creato
unico credibile
pontefice prossimo

d’un tratto è come sentirti scorrere
nelle arterie furiose di vita,
nell’incontro intimo al mio respiro
dove mi baci senza vergogna

mentre lapidi sgrammaticate sigillano il passato
tu come bambino giocoso scosti i ciottoli
e fonti scaturiscono
liberate dai deserti.

Ancora convinto che
i nostri cuori reggano la promessa dell’Eterno
nemmeno ti sfiora il pensiero
che qualcuno voglia esser lasciato perdere

questo mi consola
siamo alberi in attesa d’eterna primavera
d’un salto quantico
in Te che abiti ogni probabilità

procedere su questi sentieri
è come camminare
tra le linee della tua mano
il futuro l’hai predetto incarnandoti

e dopo la croce
veggente
che ha scoperchiato i sepolcri
nessuno può chiamarsi

dimenticato,
niente scivola lontano,
l’essenza del visibile
è già eterna

il Padre è grande
onnipotente
e forte
e niente può strapparci dalla Sua mano

si stringano al loro piccolo cuore
pacificato
i cultori
resilienti delle piccole cose

resistano,
come aggrappati a un legno
dopo un naufragio,
spero possa bastare

oppure dona anche a loro
l’oro delle ginestre
le nubi del Creato
e la consolante certezza d’Essere una sola cosa col Padre.


Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».