(pensieri spero preghiere)

(Luca 13,1-9; Esodo 3)
Terza domenica di Quaresima C


"se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo"

«Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?»

Dio non esisti,
non tue le dita che mischiano il sangue
vittima e quello colpevole

Dio non esisti,
quando qualcuno trae dalle macerie
macabre lezioni di vita per i sopravvissuti

Dio non esisti,
se esaudisci impaurite preghiere
e rifiuti umani silenzi

Dio non esisti,
non la tua mano
quella che stacca le foglie

e le fa cadere
per misterioso destino
come le vittime di un virus

Dio non esisti,
nella fredda giustizia
della danza di cause e di effetti

C’è
solo
la vita che accade

C’è
nel costante procedere
l’invito alla conversione

Solo questo possiamo:
modellare i nostri cuori alla vita,
ed è Tutto

C’è solo
la vita che accade:
e noi

che ne siamo colmi
che nella corrente
della Tua presenza respiriamo

e così i nostri piedi procedono
sulla terra scaldata dal prodigio
del tuo cercarci

nudi
piedi tremanti e
feriti

radici
i nostri passi
avvolti dal tuo fuoco

che tutto illumina
e trasfigura
e non consuma

braccia come rami
frutti
incandescenti

e un amore che
non smette
d’accadere

e una luce
che converte
in vita

e Tu
che ci incendi ancora
di Te.



Dal libro dell’Èsodo
Es 3,1-8a.13-15
 
In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.
L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
 
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».