
(Geremia 33,14-16)
I Avvento anno C
“In quel tempo farò germogliare…”
Io ho bisogno che tu mi porti con te
Signore,
davanti a un corpo
mangiato dal tumore,
nelle corsie di malati terminali,
nelle stanze di reparti psichiatrici.
Io ho bisogno che tu mi riporti
da dove sono partito
da dove mi sono illuso tu mi stessi chiamando
altrove
(e invece
forse
già lì
celebravo).
Riportami a inginocchiarmi
in quelle cattedrali di dolore
dove io non sapevo vederti
ma dove tu già eri
incarnato tabernacolo.
Io ho bisogno che oggi,
all’inizio di questo avvento,
tu mi porti ancora
sulla soglia degli occhi
di quella madre che ha
visto ammazzato il proprio figlio.
Tra le domande senza risposta
di chi ha trovato appeso
a un ramo il proprio
amore strangolato.
Io ho bisogno che tu
mi porti con te,
salvami da chi sprecherà parole per
dire speranza a chi crede di non averne bisogno,
preservami da chi tenterà di tramutare la fede
in esercizio di stile,
mangime pastorale.
Ti scongiuro
strappami da quello che sono diventato.
Tremante ti imploro,
che le sofferenze del mondo
tornino ad essere stimmate,
germoglino dolorosamente
sulla mia carne stanca
di essere protetta.
Fai sanguinare in me la speranza
di Geremia.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 33,14-16
Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.