
Ieri un gruppo di adolescenti di Parma è passato a trovarmi.
Abbiamo letto insieme il brano dei Magi.
Condivido con voi alcune frasi prese dagli appunti che mi ero preparato.
Avevo in mente di scrivere una riflessione classica rivisitando questa bozza, non l’ho fatto, volevo dar loro una forma diversa, non ho toccato nulla. Tutto è rimasto accennato.
Chiaramente nel parlato il discorso ha preso strade inedite e sfumature diverse. Spero possa essere così anche per voi, se avrete la pazienza di leggere spero possiate poi lasciarvi portare altrove.
Sono solo appunti, come un invito al viaggio, e forse è giusto così, chi viaggia si porta dietro piccoli taccuini su cui annota schizzi di pensiero. Un abbraccio.
Nato Gesù a Betlemme di Giudea
Gesù nasce, entra nella storia del mondo, in uno spazio concreto e immediatamente interroga. Interroga chi si fa raggiungere dall’annuncio: Maria, Giuseppe, pastori. Siamo all’inizio del Vangelo ed è chiaro che questa pagina non è la cronaca esatta di quello che è successo duemila anni fa, questa è pagina piena di riferimenti all’Antico testamento, si vuole legare Gesù a Davide (Betlemme) e a Mosè (Erode nuovo faraone), si vuole iniziare a dire che a Gerusalemme Gesù non lo comprendono (chi scrive conosce già il finale!).
Noi immagiamo di aprire il vangelo di Matteo ed eccoci a scoprire che Dio nasce bimbo, questa cosa sconvolge ogni piano, perché DIO SI METTE IN MANO D’UOMO. Non era prevedibile. Non lo è ancora oggi. Non lo attendiamo così.
Lui crede in me. Questo è il paradosso. Il Dio si fa uomo, gli angeli si fanno pastori, i piccoli si fanno amati da Dio, a chi non può andare bene questo? Ai potenti. A chi ha paura di perdere, di perdersi. Invece amare è sempre perdersi per qualcuno, perdersi per ritrovarsi diverso. Quali sono le resistenze più grandi che abbiamo? Cosa ci fa paura?
…al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
Arrivano i magi, sono stranieri, forse astrologi, non sappiamo quanti sono, arrivano da lontano. Chi può riconoscere Dio? Chi lo cerca e chi accetta di fare un viaggio, chi si mette in gioco.
Qual la loro domanda? DOVE E’. Loro lo sanno che esiste Dio, il loro problema non è la sua esistenza ma il luogo in cui poterne fare esperienza. DOVE E’? Cercare le manifestazioni dell’Amore. Essere cercatori. DOVE E’? Sarebbe bello vivere così.
Sulla stella tantissime interpretazioni. Forse erano astrologi, forse credevano che ogni uomo avesse la sua stella nel cielo… la cosa interessante è che la stella che seguono a Gerusalemme non c’è più, si spegne, e loro si perdono. Perché? Perché Gerusalemme è il luogo del potere politico e religioso e chi ha potere non può accogliere il paradosso, dovrebbe perdere, perdersi, spogliarsi. Come morirà Gesù, che tipo di re sarà? Capite che tutto si gioca in questa direzione?
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
IL SAPERE è prezioso ma non basta. Erode ha tutti i tasselli al posto giusto, i sapienti sanno. Perché non vanno? Perché i potenti sono in trappola. Non possono muoversi, sono dipendenti da chi dà loro potere: Gerusalemme.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Il potere mente, trama, usa. Ecco i magi rischiano di essere usati. Saranno le sofferenze più grandi della vostra vita, quella di scoprire di essere stati usati!
C’è solo un’altra sofferenza più grande: scoprire di essere stati noi ad usare qualcuno.
Di peggio esiste solo un’ultima cosa: accettare di far parte del sistema di potere e usare inevitabilmente le persone e non accorgersene più. Abituarsi. O credere che tutto ciò sia inevitabile. Magari illudendosi che sia per una buona causa.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
Escono da Gerusalemme e la stella compare.
La stella precede. Mi piace questa cosa, Gesù è da seguire. A lui la precedenza… lui mi porterà a scoprire Dio dove non lo avrei mai cercato. A scoprire un me stesso inedito, insperato.
Il cammino è essenziale per far muovere la stella, per accenderla, non posso aspettare di capire le cose per sceglierle, devo sceglierle, giocarmi e lì scopro la stella. Perché la fede è una relazione, non posso pensare di scegliere una persona se non faccio un cammino con lei. Con tutti i rischi del caso.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Entrano nella casa. Bisogna entrare. Anche nel sepolcro a fine vangelo bisogna entrare per vedere i teli piegati. Bisogna abitarla la vita. Entrare perché si può conoscere sono giocandosi, compromettendosi
Adorare, prostrarsi. Qui è il gesto di chi riconosce il divino. Per me, per noi, inchinarsi alla vita, prendersene cura. Portare doni.
Qui sembra che indichino divinità regalità divinità umanità…non è chiaro. Di sicuro quel bambino sarà re perché profondamente libero, sarà sacerdote per la capacità di rendere visibile l’amore, sarà profeta per come morirà in nome della verità.
Sarà Lui una strada, la Via diversa e affidabile per tornare finalmente a casa.