Come fosse grano (Matteo 13) Sedicesima domenica TOA

Madonna del monte

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

Come fosse grano

E così mi dici ancora che la vita è seme buono seminato nel campo del tempo.

Ma io non ci credo più

al tuo Regno

e mastico anche io la maliziosa

domanda

accusa: sei tu che ci hai seminato in vita!

E ti chiedo conto

di questo vivere gramigna.

Sei tu l’onnipotente contadino,

tuo il campo,

tuo il seme

tua ogni cosa,

sei tu

mio amato colpevole,

seducente amico,

fallimentare contadino dei miei giorni.

Silenzio.

mentre cresce,

l’onda zizzania

e il grano spinge comunque,

mentre toglie il respiro

e non si ferma la mia fame di vita

il mio non voler credere che il Regno

sia solo un complotto degli dei.

Silenzio.

E non dire che non vuoi,

non sarebbe più onesto dire che non puoi?

Silenzio

che fa crescere la vita così come viene

io e te occhi negli occhi

e una lacrima increspata sul ciglio

della compassione.

Ma nessuno Signore

sa, e nemmeno io ancora,

di quando tu ti chini sulla mia storia.

E io sono il primo assente

a una consapevolezza troppo dolorosa.

Nessuno sa

la dolcezza con cui mi vedi,

presenza notturna ai miei giorni,

a seminar zizzania nella mia di vita

con una chirurgica perversa vocazione,

forse per abitudini antiche

forse per quella solita paura di godere.

Eppure tu come madre apprensiva sempre pronto a scusarmi.

Nessuno sa

nemmeno io

nessuno vede

nemmeno io

che fingi per amore nostro

e rinneghi ogni sapienza agricola

leghi la zizzania in fasci

come fosse grano

e nessuno sa che lo fai per amore

per sederti con me

tuo nemico notturno

per ringraziarmi del grano

per godere di un raccolto

mentre alle spalle un fuoco

zizzania illumina la notte.